Superbike 2019. Marco Melandri si ritira

Carlo Baldi
Il pilota ravennate annuncia il suo addio alle corse a fine stagione: "Tutte le favole hanno una fine"
8 luglio 2019

“Ho capito di non avere più la grinta per ripartire come una volta”, è la sintesi del saluto definitivo di Marco Melandri al mondo delle corse. “Ogni storia, ogni favola, hanno un inizio ed una fine e io sono arrivato alla fine di questa meravigliosa avventura”.

Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questo pomeriggio a Milano, Melandri ha annunciato che concluderà il campionato Superbike 2019 con il team Yamaha GRT, ma a fine stagione diminuirà il proprio impegno nel mondo delle corse.

“Per tanti anni ho fatto al stessa vita - ha affermato Marco - Mi svegliavo, andavo in palestra e pensavo alla prossima gara. L’ho fatto per oltre vent’anni, nei quali sono rimasto sempre ad alto livello, con tutta la tensione che ne poteva seguire. L’ho sempre fatto con entusiasmo perché era la mia vita, il mio lavoro. Ma ora non lo è più, non lo faccio più con gioia. Ora c’è la mia famiglia, mia
moglie e la mia bambina: voglio stare più tempo con loro. Resto uno sportivo e un pilota - ha proseguito - ma mi piacerebbe correre in qualche campionato meno impegnativo, con poche gare da disputare e meno stress. Forse la MotoE, una novità che mi incuriosisce. Oppure potrei fare il collaudatore per un team o per una Casa”.

“Partirò per Laguna Seca e concluderò questa stagione in Superbike - ha chiarito Melandri - perché lo devo ai ragazzi del team GRT, che hanno e stanno lavorando molto, ed alla Yamaha che ha avuto fiducia in me. Ho preferito annunciare la mia decisione ora, proprio per dare modo alla Yamaha ed al team di iniziare a pensare a una mia sostituzione. Inoltre è giusto che i miei tecnici
conoscano le motivazioni per le quali ultimamente non affrontavo più le gare con entusiasmo.

Sappiano anche, però, che sarò comunque motivato sino alla fine del campionato. Ora che ho preso questa decisione sono più sereno, e con meno tensioni e meno pensieri forse riuscirò anche ad esprimermi meglio in pista”.

Ripensando al passato affiorano ricordi. Belli e meno belli. “Mi lascio alle spalle momenti bellissimi, come la prima gara a Suzuka nel 1998, quando ero ancora un bimbo". O il titolo vinto nel 2002, "dopo aver lottato sino alla fine con Fonsi Nieto".

La prima gara vinta in MotoGP in Turchia, e ovviamente la derapata nel curvone di Phillip Island, resteranno legate alla sua carriera. "Penso di aver dato sempre il 100% anche nei momenti difficili, come nel 2012, quando stavo lottando per il titolo della Superbike con la BMW": sarebbe stato un successo storico, ma arrivò l’annuncio del ritiro della squadra ufficiale per l’anno successivo... "Una mazzata che mi colpì molto e cambiò la mia stagione. Negli ultimi anni ho sofferto molto. Quasi ogni anno ho dovuto ripartire da zero, con nuove squadre e nuove moto. Non è stato per niente facile, ma sono sempre riuscito a superare i momenti critici. Ora però non so se avrei ancora la forza di ricominciare, di ripartire da zero, e questo mi ha fatto capire molte cose"

Le prime avvisaglie di una decisione che stava prendendo forma arrivano in Thailandia: "E’ stato lì che ho iniziato a pensare a un ritiro. Ogni tanto il pensiero riaffiorava, ed è uscito prepotentemente a Misano: correvo e pensavo al mio futuro facendomi molte domande. Li ho iniziato a capire che qualcosa si era rotto, e ne ho poi avuto la conferma a Donington. Se devo correre al 80% allora è meglio smettere”.